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Onicocriptosi o unghia incarnita: cause e rimedi

Nell’ambito della podologia tra le problematiche più diffuse, dolorose e non semplici da affrontare c’è l’Onicocriptosi. Le cause sono spesso legate ad abitudini errate,

Indice dei contenuti

A cura del Dott. Raimondo Palmieri

Cos’è l’onicocriptosi?

L’onicocriptosi, o unghia incarnita, è un problema molto comune. Le cause sono spesso legate ad abitudini errate che possono partire da fattori apparentemente banali, come il taglio delle unghie, l’utilizzo di determinate calzature o il fatto di affidare la cura del piede a presunte figure professioniste che spesso addirittura provocano o peggiorano la situazione.

L’onicocriptosi comporta la penetrazione della lamina ungueale nel tessuto circostante (tessuto periungueale) con la conseguente creazione di lesioni, dolore, infiammazione e, nei casi più gravi, granuloma e/o infezione. Come tutte le patologie, ha vari gradi di classificazione che vanno dal meno grave al più grave. Tra i diversi raggruppamenti esistenti, consideriamo la classificazione di Mozena, la più completa e utilizzata. Il progresso dell’unghia incarnita è suddiviso in quattro stadi:

  1. eritema, lieve edema (gonfiore con accumulo di liquido) e dolore alla pressione, in genere risolvibile con semplici accorgimenti
  2. aumento dei sintomi dello stadio 1, drenaggio e infezione, ipertrofia della piega ungueale (ovvero aumento del suo volume) inferiore a 3 mm, riduzione della piega dei margini ungueali
  3. aumento dei sintomi dello stadio 1, drenaggio e infezione, come lo stadio 2, con piega ungueale di 3 mm o più
  4. sintomi amplificati dello stadio 2, con piega dei margini ungueali ipertrofica, tessuto di granulazione e ipertrofia delle pieghe ungueali

Cause dell’unghia incarnita

La causa più comune dell’onicocriptosi è rappresentata dal taglio dell’unghia errato: è pratica spesso comune tagliare le lamine in senso curvo. In questo modo, le parti laterali delle lamine vengono rimosse, o nel peggiore dei casi strappate via, nel tentativo di ripulire la zona o di dare un taglio che predilige l’estetica alla salute delle unghie. È invece bene tenere sempre a mente la conformazione naturale delle unghie.

Onicocriptosi o unghia incarnita- cause e rimedi

Nell’immagine possiamo osservare due chiari esempi di cosa andrebbe e non andrebbe fatto nella cura delle nostre lamine. Per questo spesso il podologo consiglia di evitare l’utilizzo di strumenti quali forbici e tagliaunghie e preferire le lime (sia di cartone che di metallo): permettono di essere regolari nell’accorciare le lamine e non incorrere in banali errori.
Altro fattore comune è il ricorso a scarpe non adatte al singolo piede, magari strette o con una conformazione errata per quella che è l’anatomia del piede.

Trattamenti per le unghie incarnite

Nella pratica podologica l’onicocriptosi risulta una problematica molto comune; tuttavia non rappresenta una sfida semplice da affrontare, spesso a causa di recidive, di poca attenzione dedicata al problema o dei tentativi di risolverlo con i classici “rimedi della nonna”, come pediluvi di acqua bollente e sale, oppure con l’applicazione di creme antibiotiche (Gentalyn, Aureomicina ecc.) sulla zona dolorante, senza andare alla radice del problema.

Quando l’unghia non è ancora incarnita

Nel caso di situazioni non gravi, nelle quali l’unghia non è ancora incarnita, il podologo utilizza strumenti e tecniche che possono alleviare il dolore e rieducare le unghie per far sì che non incorrano in recidive. Tra i trattamenti utilizzati troviamo i seguenti:

  • applicazione di lenitivi per il bordo periungueale perché, nei casi più semplici, basta avere l’accortezza di applicare prodotti specifici così da rendere più elastica e meno iper-reattiva la plica ungueale laterale
  • valutazione dei fattori scatenanti, come lo sfregamento contro la tomaia della calzatura o magari contro il secondo dito, perché si tratta di situazioni che possono essere corrette mediante una valutazione del tipo di scarpe più adatte alle esigenze, oppure tramite separatori che regolino la posizione delle dita

Quando l’unghia è già incarnita

Nelle situazioni più gravi che, come già evidenziato, possono manifestarsi lesioni o infezioni, il primo intervento prevede la rimozione della porzione ungueale che è “causa” del problema. Grazie alle moderne tecniche podologiche, questa procedura risulta totalmente indolore e rapida.

Eseguito il taglio della lamina, si procede con la valutazione delle condizioni e l’applicazione di prodotti specifici, scegliendo quello più adeguato alla singola condizione e la sua relativa posologia. In genere si prediligono astringenti, ovvero prodotti che garantiscono una riduzione della tumefazione e un ambiente sterile e disinfettato. Successivamente si entra nella fase della rieducazione, dove le varie metodiche a disposizione del podologo possono essere applicate a seconda delle esigenze.

Rieducare le unghie incarnite

Metodo Arkada

Prevede l’utilizzo di un “cubo” che permette di sollevare i bordi laterali della lamina e di correggerne la curvatura e i rischi di recidiva. Oltre al cubo, viene usata una resina acrilica arricchita di argento, noto per le sue proprietà antibatteriche. Il metodo risulta indolore e tra i più efficaci per la rieducazione ungueale.

Supporto mediante guaine sulci

Consiste nell’applicazione nel bordo laterale di guaine in gomma che, “abbracciando” il margine laterale della lamina, guidano la lamina all’esterno come una sorta di binario e, allo stesso tempo, tengono il tessuto lontano da recidive e nuove lesioni.

Ortonixia mediante filo in titanio

È una tecnica totalmente indolore ed efficace fin da subito. Prevede l’ancoraggio sulla lamina di un filo in titanio che, grazie alla memoria di ritorno, trascina dolcemente la porzione laterale dell’unghia verso l’alto, eliminando la pressione sui bordi laterali.

A cura del Dott. Raimondo Palmieri

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