Tumore della prostata: prevenzione e fattori di rischio

È il secondo tumore maschile più diffuso in Italia, si sviluppa per lo più dopo i 50 anni e può essere facilmente diagnosticato con visite urologiche periodiche ed esami specifici.

Indice dei contenuti

A cura del Dott. Leonardo Zappalà

La prostata 

La prostata appartiene all’apparato uro-genitale maschile. È una ghiandola posta nella parte inferiore dell’addome, subito sotto la vescica e davanti al retto, e circonda il primo tratto dell’uretra, dalla quale passano sia l’urina sia il liquido seminale. Lì, apposite strutture muscolari, intervengono nella regolazione del flusso dell’urina e della continenza, quindi nella cosiddetta “minzione”, oltre che nella eiaculazione. In quest’ultimo caso, infatti, il suo ruolo è quello di produrre, immagazzinare e far uscire il liquido seminale, che serve a trasportare, nutrire e far sopravvivere il più possibile gli spermatozoi.

I numeri del tumore della prostata

Il tumore della prostata è il secondo più diffuso fra gli uomini italiani, dopo il carcinoma della cute, con circa 36.074 nuovi casi ogni anno, pari al 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo. Un dato che è cresciuto in modo sensibile nell’ultimo decennio.

Le ricerche indicano che le cellule di tumore della prostata sono presenti nel 40% circa dei cinquantenni, che il rischio di trovarle aumenta con l’età e che loro piccoli focolai interessano la gran parte degli uomini sopra gli 80 anni.

Una visita urologica almeno ogni due anni dopo i 40 anni concorre a una diagnosi precoce. Nell’eventualità accelera il percorso diagnostico e l’eventuale scelta della terapia più adatta alla singola persona. 

Fortunatamente, la gran parte dei tumori della prostata sono poco aggressivi, rimangono confinati a tale ghiandola e sono caratterizzati da un decorso piuttosto lento. A ciò si aggiunga che il 92% dei pazienti risulta ancora vivo dopo 5 anni dalla diagnosi e che nel 2020 si è registrata una riduzione del -15,6 per cento dei tassi di mortalità rispetto al 2015 (fonte per i dati citati: sito Airc).

Fra gli esami che facilitato la diagnosi precoce del tumore della prostata c’è il PSA, ovvero “antigene prostatico specifico”.

Come sopra segnalato, è bene ricordare che l’aumento delle diagnosi precoci, insieme ai progressi nel trattamento con la disponibilità di nuove opzioni terapeutiche, hanno portato a una diminuzione della mortalità per tumore della prostata (Mottet, N., et al. (2021). “EAU-EANM-ESTRO-ESUR-SIOG Guidelines on Prostate Cancer-2020 Update. Part 1: Screening, Diagnosis, and Local Treatment with Curative Intent.” EurUrol 79(2): 243-262).

Esiste inoltre una correlazione positiva tra l’incidenza e la sopravvivenza di questo tumore, aspetto che suggerisce come la diagnosi precoce giochi un ruolo importante (De Angelis, R., et al. (2014). “Cancer survival in Europe 1999-2007 by country and age: resultsof EUROCARE–5-a population-based study.” Lancet Oncol 15(1): 23-34).

Tumore della prostata: fattori di rischio

Gli uomini più a rischio per il tumore della prostata, che dunque dovrebbero curare le azioni di prevenzione, sono:  

  • di età superiore ai 50 anni, ricordando che diventa un tumore più comune dopo i 65 anni (perciò è consigliabile non rimandare oltre le visite periodiche dai 60 anni)
  • con familiarità di casi simili in famiglia (il rischio aumenta di 2-3 volte ed è perciò consigliabile non rimandare le visite periodiche dopo i 50 anni)
  • con forme di obesità 
  • con una dieta ricca di grassi saturi 

Oltre alla visita urologica periodica e agli esami collegati, è sempre una buona pratica cercare di praticare esercizio fisico, consumare frutta e verdura e preferire una dieta povera di grassi saturi.

A cura del Dott. Leonardo Zappalà

Chi siamo

Nova Salus è una struttura sanitaria privata, accreditata dal Servizio Sanitario per diverse specialità mediche. Un riferimento nella Venezia Giulia, con sedi a Gorizia, Cervignano e Monfalcone.

Sulla struttura sanitaria