Incontinenza urinaria femminile: l’importanza del pavimento pelvico

La riabilitazione pelvi-perineale è una scelta terapeutica efficace nell’80-95% dei casi, priva di effetti collaterali e indolore. Può anche essere svolta come prevenzione.

Indice dei contenuti

A cura della dottoressa Clelia Petrini

Cos’è il pavimento pelvico

Il pavimento pelvico, o perineo, è composto da muscoli e corrisponde alla regione anatomica situata nella parte inferiore del bacino, formata appunto da tessuti molli e formazioni muscolo-fasciali. Nella donna è attraversato dall’uretra, che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno del corpo, dal canale anale e dal canale vaginale. 

La sua funzione è quella dichiudere la cavità pelvica, sostenere i visceri pelvici, che nella donna sono la vescica, l’utero e il retto, e mantenere la continenza urinaria e fecale. Proprio la debolezza dei muscoli del pavimento pelvico è la ragione della maggior parte dei casi di incontinenza urinaria femminile, disagio piuttosto diffuso. Gli studi scientifici, infatti, dimostrano che ne soffre il 20-30% delle donne in età fertile, il 40% delle donne che entrano in menopausa e, addirittura, oltre il 50% nelle donne anziane (dati fra gli altri da: 74° Congresso Nazionale FIMMG-METIS, ottobre 2017; Minassian et al. Int. I. Gynaecol. Obstet. 2003; Hunskaar et al. 2004).

Come avviene la riabilitazione pelvi-perineale

A causa della menopausa o dei parti, le donne hanno spesso bisogno della riabilitazione del pavimento pelvico, che può essere terapeutica o anche preventiva. Questa terapia, inoltre, può essere usata prima e dopo interventi di chirurgia pelvica e in tutti i casi di debolezza dei muscoli perineali dovuta a malattie congenite, neuropatie, dolori perineali, età, limitazione dell’attività fisica, prolungato allettamento. In questi ultimi casi, va da sé, che la riabilitazione pelvi-perineale diventa una terapia prescrivibile anche agli uomini, come spesso accade, per esempio, in casi di incontinenza urinaria dovuti agli esiti di interventi di prostatectomia.

Sono tre le principali tecniche di intervento: gli esercizi attivi e passivi di chinesiterapia pelvi-perineale, l’uso dell’apparecchiatura biofeedback e della stimolazione elettrica funzionale

Con queste tecniche il paziente è in grado di:

  • prendere coscienza di come andrebbe eseguita in modo corretto questa attività muscolare in particolare con il biofeedback e la chinesiterapia pelvi-perineale
  • tonificare la muscolatura del pavimento pelvico, in particolare con la chinesiterapia pelvi-perineale e la stimolazione elettrica funzionale
  • raggiungere un buon controllo volontario della muscolatura perineale 
  • migliorare il ciclo continenza-minzione 
  • evitare la fuoriuscita di urina durante gli sforzi
  • diminuire i dolori eventualmente presenti con la stimolazione elettrica funzionale
  • conservare un buon funzionamento del pavimento pelvico in una prospettiva di prevenzione, come riconosciuto dall’International Continence Society sin dall’inizio degli anni Novanta

In affiancamento alla riabilitazione del pavimento pelvico, l’incontinenza urinaria femminile, e in genere le disfunzioni vescico-perineali, sono affrontate anche con trattamenti farmacologici e interventi chirurgici. La rieducazione perineale, però, rimane la prima scelta terapeutica perché risulta efficace nell’80-95% dei casi, perché è priva di effetti collaterali, indolore, e personalizzabile a seconda della persona (dati tratti da P. Di Benedetto “Riabilitazione uro-ginecologica “, 2004; Giraudo, Lamberti “Incontinenza urinaria femminile”, 2007.

Percorso riabilitativo per l’incontinenza urinaria femminile

Fase 1 Visita dal medico specialista

La rieducazione perineale viene decisa dal medico specialista, che può essere un fisiatra, un urologo o un ginecologo. Il percorso riabilitativo inizia dunque con una visita per la raccolta dei dati, l’esame obiettivo generale e uro-ginecologico e l’eventuale accertamento della necessità di altre visite specialistiche o di esami utili a definire la diagnosi.

Fase 2 Diagnosi

Il medico specialista, raccolti tutti i dati necessari, giunge alla sua diagnosi e alla scelta del percorso di riabilitazione più adatto nel singolo caso di incontinenza femminile in valutazione. Di norma, si tratta di 8-10 sedute individuali in ambulatorio, con frequenza bisettimanale. Ognuna ha una durata variabile fra i 30 e i 60 minuti.

Fase 3 Informazione

La rieducazione perineale viene eseguita da fisioterapisti qualificati, specificamente formati, che forniscono ogni informazione necessaria e aiutano la persona a prendere coscienza della regione perineale con gli esercizi di chinesiterapia pelvi-perineale ai quali sono spesso associati attività di biofeedback e/o elettrostimolazione. 

Fase 4 Training muscolare

È il training muscolare perineale vero e proprio, basato su esercizi di contrazione attiva in diverse posizioni.

Fase 5 Automatizzazione 

Nella propria quotidianità la paziente è invitata a stimolare l’attività muscolare perineale durante la giornata. Gli esercizi acquisiti con il fisioterapista, infatti, vanno ripetuti per perfezionare il lavoro svolto durante le sedute e per mantenere i risultati lì ottenuti.

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